Pedro Acosta ha conquistato il titolo di campione del mondo di Moto2 domenica scorsa, diventando il secondo campione dell’anno nel paddock di MotoGP dopo Mattia Casadei in MotoE.
È diventato subito evidente che il pilota spagnolo del Red Bull KTM Ajo era il contendente più forte per il titolo. La sua vittoria nel Gran Premio del Portogallo lo ha immediatamente posizionato al vertice della classifica del campionato, ma un modesto 12° posto in Argentina lo ha fatto scendere al terzo posto. Tony Arbolino (Elf Marc VDS/Kalex) ha preso il comando del Campionato del Mondo.
L’italiano sarebbe diventato il principale rivale di Acosta, anche se gli scontri diretti tra loro erano rari. A Austin, ha mantenuto il comando, che ha perso nel GP di Spagna. Tuttavia, il GP di Francia è stato il momento clou della stagione per Arbolino: ha vinto la gara, ha visto Acosta ritirarsi e ha preso il comando con un vantaggio di 15 punti.
È stato anche il punto di svolta della stagione. Acosta ha vinto le due gare successive, ottenendo tre podi consecutivi fino all’Austria. È stato durante questo periodo che ha definitivamente preso il comando del campionato, superando Arbolino nel GP di Gran Bretagna. Nel frattempo, il numero 14 ha attraversato un periodo negativo, salendo sul podio solo altre due volte fino ad ora: ha finito secondo in India e ha vinto in Australia.
Dopo la caduta in Francia, Acosta ha mancato il podio solo con un sesto posto in Catalogna e un nono posto in Australia, vincendo cinque volte. È stata una serie di risultati che “avevano annunciato in anticipo” il titolo che ha ora vinto: due gare prima della fine, ha un vantaggio di 83 punti su Arbolino.
Per il «Tiburón de Mazarrón» («Lo squalo di Mazarrón») questo è il secondo titolo in soli tre anni nei Campionati del Mondo, che si aggiunge al titolo di Moto3 nel 2021. Il futuro, per lui, è la MotoGP, passando alla GasGas Tech3 il prossimo anno.