Il progetto della Lola Cars nella Formula E è stato annunciato giovedì, con Yamaha come partner. Il costruttore giapponese è principalmente associato all’industria e alla competizione motociclistica, ma ha anche una storia nel mondo delle quattro ruote.
La partnership con i britannici è “per sviluppare e fornire un’unità motrice” per il campionato di monoposto elettriche, con il marchio Yamaha ben visibile nella decorazione concettuale della monoposto appena svelata.
In passato, Yamaha è stata attiva nella Formula 1, quindi questo è un ritorno ai grandi palcoscenici dell’automobilismo. Ha debuttato come produttore di motori nel 1989 e, dopo una pausa, è tornata tra il 1991 e il 1997. Ha fornito team storici come Brabham, Jordan e Tyrrel. Tuttavia, i risultati sono stati sempre molto modesti – ci sono stati solo due podi.
Nel 1989, Yamaha ha debuttato con la Zakspeed e nell’unica gara in cui si è qualificata, il team ha visto il ritiro di Bernd Schneider. I risultati sono stati migliori al ritorno nel 1991 con la Motor Racing Developments (Brabham), ma ci sono stati molti ritiri e solo due risultati a punti – tra cui un quinto posto.
Un anno dopo è stata la Jordan a formare una partnership con Yamaha, e i risultati sono stati deludenti: i ritiri sono stati il risultato più comune, ma Stefano Modena è riuscito comunque a ottenere un punto arrivando sesto al GP d’Australia che ha concluso la stagione.
Dal 1993 al 1996, la Tyrrel utilizzò motori Yamaha. La stagione del 1993 fu una delle meno fortunate, terminando senza punti, ma l’anno successivo fu il migliore: quattro volte tra i primi cinque con il podio di Mark Blundell in Spagna, oltre a un sesto posto. In totale, settimo posto nel Campionato Costruttori con 13 punti.
Risultati che non furono replicati nel 1995 e 1996, quando Mika Salo passò attraverso le file della Tyrrel – che, anni dopo, avrebbe avuto un passaggio effimero alla Ferrari in sostituzione di Michael Schumacher quando quest’ultimo si infortunò nel 1999.
L’ultimo anno della Yamaha in F1 fu nel 1997, con la Arrows. Damon Hill, appena diventato campione un anno prima, si impegnò in questo progetto in modo inaspettato. Ed è stato il britannico che ha quasi regalato la sola vittoria alla Yamaha: ha guidato in modo deciso il GP d’Ungheria fino a quando, quasi alla fine, ha avuto un guasto. Ha comunque tagliato il traguardo, ma in un amaro secondo posto – che, comunque, è stato il miglior risultato di sempre di un motore Yamaha nella categoria regina.